Il Metodo Comark per l’igiene e la prevenzione nelle RSA: una guida

Come illustrato nel nostro precedente articolo Prevenzione del rischio infettivo nelle RSA: Sanificazione ambientale e cultura dell’igiene,
le infezioni correlate all’assistenza (ICA) sono una delle complicanze più frequenti e pericolose in ambito assistenziale.
La mancata applicazione di misure di sanificazione rigorose degli ambienti, unita alla scarsa formazione dei lavoratori operanti in tutti i livelli nelle strutture socio-sanitarie, può infatti avere profonde ripercussioni sulla salute e il benessere dei pazienti nelle RSA, generando ulteriori costi per le strutture.

Grazie alla collaborazione con Soligena, consorzio italiano che riunisce i migliori partner nell’ambito del cleaning professionale, Comark offre ai propri clienti la sicurezza del sistema Clean & Care, un percorso su misura progettato per identificare la corretta sequenza degli interventi di pulizia e sanificazione necessari a gestire e prevenire le problematiche relative al rischio infettivo, specialmente in ambito socio-sanitario.

In questo breve articolo abbiamo raccolto tutte le risposte alle domande più frequenti sull’igiene e la prevenzione, per condividere le nostre conoscenze sviluppate in oltre 40 anni di esperienza e fornire una guida concreta agli operatori sul campo.

Lavaggio mani per prevenzione infezioni correlate all'assistenza RSA

FAQ Igiene e prevenzione per il contrasto delle infezioni correlate all’assistenza

Cosa si intende per ICA?

Le ICA, infezioni correlate all’assistenza, sono infezioni dovute a batteri, virus, funghi o altri agenti patogeni contratte dai pazienti durante l’assistenza sanitaria. Le ICA costituiscono la complicanza più frequente e grave in contesto sanitario e possono verificarsi in qualsiasi ambito assistenziale, inclusi ospedali, ambulatori, strutture residenziali territoriali e strutture di lungodegenza.

Quali sono le infezioni correlate all’assistenza?

Le ICA comprendono sia le infezioni esogene, trasmesse dall’esterno da persona a persona tramite l’interazione con gli operatori o con l’ambiente, sia le infezioni endogene, causate da batteri presenti all’interno del corpo. Come tutte le infezioni, possono essere trasmesse per contatto diretto, per via aerea oppure per via indiretta, ad esempio mediante l’uso di oggetti contaminati. La maggior parte di queste infezioni interessano il tratto urinario (35-40%), l’apparato respiratorio o si sviluppano a partire da ferite chirurgiche e infezioni sistemiche (sepsi, batteriemie).

Qual è la frequenza di infezioni correlate all’assistenza?

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale di Sanità, le ICA hanno un’incidenza rilevante sull’intero sistema sanitario, sia in termini di salute dei pazienti che di costi aggiuntivi per le strutture. In Europa, le ICA provocano ogni anno oltre 150.000 decessi, di cui circa il 25% risulta attribuibile esclusivamente all’insorgenza della complicanza, con costi aggiuntivi stimati intorno ai 7 miliardi di euro.
Un recente studio condotto in Italia su 49 ospedali distribuiti in 19 regioni ha evidenziato un’incidenza del 6,3% delle infezioni sviluppate durante la degenza in ambito ospedaliero e assistenziale.

Qual è il più importante fattore di trasmissione delle infezioni ospedaliere?

Il maggior fattore di trasmissione delle ICA è la mancata applicazione di buone pratiche per la sanificazione ambientale.
La contaminazione degli ambienti dipende principalmente dal tasso di produzione e rimozione di contaminanti microbici mediante processi di ventilazione e dall’apporto dei singoli individui, che toccando le superfici contribuiscono al deposito di particelle potenzialmente patogene.
In base a consolidate evidenze sperimentali, l’insorgenza delle ICA può essere contrastata mediante l’applicazione costante e rigorosa di interventi di pulizia ambientale che, riducendo il livello di carica batterica sulle superfici, possono prevenire efficacemente la trasmissione di agenti patogeni.

Quali sono le principali misure di prevenzione per la riduzione del rischio infettivo in ambito sanitario?

Le principali misure per la prevenzione delle ICA sono:
– Il corretto lavaggio delle mani;
– Il controllo del rischio di infezione ambientale e l’applicazione dei corretti processi di sanificazione;
– Il corretto uso e dosaggio di antibiotici, disinfettanti e la corretta sterilizzazione dei presidi;
– La riduzione delle procedure diagnostiche non necessarie e il rispetto dell’asepsi nelle procedure invasive;
– La protezione dei pazienti tramite profilassi antibiotica e la vaccinazione degli utenti e del personale in struttura;
– La corretta sorveglianza delle infezioni e il controllo tempestivo delle epidemie;
– L’isolamento di pazienti infetti e il rinforzo delle misure già in atto per evitare l’ulteriore trasmissione delle infezioni.

Quante aree sono previste dalla classificazione del rischio infettivo?

La catalogazione delle aree di rischio è un aspetto cruciale per l’identificazione degli standard igienici ottimali di ogni ambiente sanitario in funzione della sua destinazione d’uso. Le principali aree di rischio sono cinque:
Aree ad Altissimo Rischio (AAR): Ambienti che necessitano di bassa carica microbica e contaminazione controllata per l’esecuzione di procedure altamente invasive. Ad esempio sale operatorie, reparti di malattie infettive, laboratori di alta specialità e centrali di sterilizzazione.
Aree ad Alto Rischio (AR): Ambienti e aree sanitarie di cura con pazienti a rischio o che prevedono procedure assistenziali invasive. Ad esempio sale parto, sale degenza con pazienti immunocompromessi, laboratori di analisi e day hospital.
Aree a Medio Rischio (MR): Ambienti di cura e diagnosi senza utenza a rischio o che non prevedono l’attuazione di procedure invasive. Ad esempio ambulatori, sale autoptiche, sale per la degenza di pazienti non immunocompromessi.
Aree a Basso Rischio (BR): Ambienti non direttamente coinvolti nelle pratiche assistenziali. Ad esempio locali amministrativi, percorsi di accesso, sale d’attesa e servizi igienici.
Aree a Rischio Infettivo tendente a 0 (AE/LS): Ambienti non direttamente coinvolti nelle pratiche assistenziali con accesso limitato o collocati all’esterno. Ad esempio cortili, zona di sosta delle ambulanze, scale di accesso e scale di emergenza.

Oltre alla catalogazione delle aree di rischio è possibile attuare un’ulteriore suddivisione degli ambienti per Codice Colore, al fine di facilitare la localizzazione visiva delle differenti aree sulla planimetria.

Che cosa significa fare prevenzione?

Nel contrasto alle ICA, fare prevenzione significa definire e applicare buone pratiche di sanificazione ambientale in tutti i livelli di assistenza e formare correttamente gli operatori per responsabilizzarli all’attuazione delle corrette misure preventive su base quotidiana.
Le pratiche di prevenzione partono dal monitoraggio costante dei materiali e della strumentazione a disposizione del personale e consistono, tra le altre, nel:
– Verificare che nei carrelli per i servizi di pulizia siano presenti tutti i prodotti e materiali necessari alla corretta sanificazione ambientale;
– Verificare che l’operatore utilizzi sempre il materiale in dosi corrette e nella giusta sequenza;
– Verificare che vengano indossati e cambiati regolarmente i dispositivi di protezione individuale come guanti e mascherine;
– Verificare che i materiali tessili per la sanificazione non monouso siano ricondizionati igienicamente attraverso corretti cicli di lavaggio.