Prevenzione del rischio infettivo nelle RSA: Sanificazione ambientale e cultura dell’igiene

L’igiene è salute, ed è una delle sfide più impegnative nell’ambito socio-sanitario.

In questo articolo analizzeremo cosa sono le ICA, il loro impatto nel sistema sanitario europeo, le loro cause e i principali metodi di prevenzione, sottolineando l’importanza della formazione degli operatori per la diffusione di una cultura dell’igiene volta ad incentivare sempre più l’applicazione di buone pratiche per la prevenzione di complicanze che, troppo spesso, sarebbero evitabili.

Infezioni correlate all’assistenza (ICA): cosa sono e come ridurle

Ad oggi, le infezioni correlate all’assistenza ICA sono la complicanza più frequente e grave che si verifica in ambito assistenziale. Si tratta di
infezioni che gli ospiti di qualsiasi struttura sanitaria Ospedali, ambulatori, strutture di lungodegenza, RSA possono contrarre durante la loro
permanenza e sono strettamente collegate all’assistenza sanitaria fornita.

Le ICA possono essere causate da batteri, virus o altri agenti patogeni e spesso colpiscono le persone con sistema immunitario indebolito o in condizioni di salute già fragili, portando nei casi più gravi al decesso del paziente.
Seppur in diversi casi siano di natura endogena e legate alla presenza di gravi patologie contaminanti nell’organismo del paziente, molte infezioni sono ancora oggi dovute alla trasmissione esogena di microrganismi patogeni tramite gli operatori o l’ambiente, principalmente a causa della scarsa applicazione di misure di igiene ambientale e di prevenzione.

Secondo i dati riportati nel Primo Rapporto Globale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Europa le ICA provocano ogni anno oltre 16 milioni di giornate aggiuntive di degenza, 37.000 decessi direttamente causati dall’infezione e 110.000 decessi in cui l’infezione rappresenta una concausa.

Oltre al grave aspetto clinico legato alla salute dei pazienti, le ICA hanno un impatto economico rilevante sui sistemi sanitari, che in Europa si stima essere di circa 7 miliardi di euro. Decessi e costi aggiuntivi che potrebbero essere notevolmente ridotti attraverso l’applicazione rigorosa di protocolli di sanificazione ambientale e a una costante formazione degli operatori nel campo dell’igiene e della prevenzione.
Nonostante la completa eliminazione del rischio infettivo in ambito sanitario sia un obiettivo concretamente irraggiungibile, a causa di fattori
imprevedibili legati all’assistenza di pazienti già fragili, le stime del Ministero della Salute indicano che più del 50% di queste infezioni potrebbero essere evitate.

La riduzione delle ICA è un obiettivo cruciale delle RSA e di tutti gli ambiti assistenziali, poiché queste infezioni possono comportare gravi
conseguenze per la salute degli ospiti e degli operatori, prolungare i tempi di degenza e aumentare i costi di gestione delle strutture. Adottare adeguate misure di prevenzione e controllo è dunque la chiave per proteggere la salute e il benessere dei pazienti.

Le modalità di contaminazione dell’ambiente

Come molti altri tipi di infezioni, le ICA possono essere trasmesse per contatto diretto da persona a persona, soprattutto tramite le mani, per via aerea, ad esempio tramite le goccioline emesse durante uno starnuto, oppure per via indiretta, ovvero tramite l’utilizzo o il contatto con oggetti e superfici contaminate.

Questi fenomeni, purtroppo ancora molto frequenti, oltre a colpire con più facilità e severità i pazienti già compromessi da altre patologie possono essere contratti anche dal personale medico e dai visitatori delle strutture, causando l’ulteriore diffusione delle infezioni in altri ambienti se non accuratamente sottoposti a protocolli di prevenzione e controllo costanti.
La contaminazione degli ambienti da parte di microrganismi dipende da diversi fattori:

  • Dall’apporto dei singoli individui: toccando le superfici pazienti, operatori sanitari e visitatori contribuiscono inevitabilmente al deposito di microrganismi potenzialmente patogeni;
  • Dai processi di ventilazione naturale o meccanica presenti nell’ambiente, capaci di rimuovere o ridurre i contaminanti particellari e microbici presenti nell’aria e sulle superfici;
  • Dai processi di risospensione del particolato causati dagli impianti di climatizzazione o da fonti di calore, che incidono sulla sedimentazione delle polveri sulla cui superficie possono trovarsi microrganismi adesi.

Le superfici toccate frequentemente, come maniglie, interruttori, corrimano, così come le superfici in prossimità dei letti di degenza e del paziente, soprattutto se in ambienti sprovvisti di flussi d’aria, possono rappresentare un vero e proprio serbatoio per i microrganismi, aumentando il rischio di trasmissione di patogeni ospedalieri e di contaminazione degli ambienti.
Per questo motivo è di fondamentale importanza stabilire protocolli di sanificazione ambientale che, attraverso interventi di disinfezione e un
costante monitoraggio in base alle aree di rischio, possano agevolare la prevenzione e la riduzione delle infezioni correlate all’assistenza (ICA).

La catalogazione delle aree di rischio

Un aspetto cruciale nella prevenzione del rischio infettivo è la catalogazione delle aree di rischio sia all’interno delle Strutture Sanitarie che nelle Strutture Sanitarie Assistenziali (RSA). Questo processo consiste nell’identificare lo standard igienico ottimale di ogni ambiente in funzione della destinazione d’uso dello stesso e della tipologia di pazienti che vi accede o risiede.

Aree con un ampio afflusso di fruitori dei locali avranno infatti bisogno di una sanificazione regolare e ricorrente, per prevenire la contaminazione delle superfici da parte di agenti patogeni esterni, mentre aree poco frequentate ma che necessitano di bassa carica microbica per l’esecuzione di procedure assistenziali invasive o per la presenza di pazienti immunocompromessi, dovranno essere sottoposte a interventi di sanificazione rigorosi, eseguiti sulla base di specifici protocolli interni e da personale qualificato e opportunamente formato.
In generale, gli ambienti di degenza in ambito sanitario possono essere classificati in 5 macro gruppi:

  • Aree ad Altissimo Rischio (AAR)
  • Aree ad Alto Rischio (AR)
  • Aree a Medio Rischio (MR)
  • Aree a Basso Rischio (BR)
  • Aree a Rischio Infettivo tendente a 0 (AE/LS)

In qualsiasi struttura di tipo assistenziale, dunque, è di fondamentale importanza che aree comuni, camere degli ospiti, spazi per le attività sociali e ambienti dedicati all’assistenza medica siano valutati accuratamente in base alle proprie specificità e trattati di conseguenza, al fine di “stabilizzare” la qualità igienica dell’ambiente, mantenendo per il tempo più prolungato possibile un basso livello di carica batterica sulle superfici e riducendo al minimo i fenomeni di ricolonizzazione.

Le principali misure per la prevenzione

La prevenzione e il controllo delle ICA nelle strutture assistenziali consiste in una serie di interventi studiati per la riduzione dell’impatto di queste infezioni. Come anticipato, infatti, la totale eliminazione del rischio infettivo in ambito sanitario non è possibile ed è per questo motivo che è di fondamentale importanza l’applicazione di buone pratiche assistenziali e di misure di prevenzione rigorose, secondo un programma integrato e adattato ad ogni ambito sanitario.
Tra le misure chiave per la prevenzione ricordiamo:

  • L’igiene delle mani, una delle pratiche più semplici e immediate ma di enorme efficacia nella prevenzione della diffusione di agenti patogeni. Da effettuare in modo ricorrente attraverso il lavaggio con acqua e sapone o con disinfettanti a base alcolica;
  • L’implementazione di rigorosi processi di sanificazione ambientale che, attraverso la classificazione degli ambienti in base ai livelli di rischio, sono volti a diminuire i livelli di contaminazione e ad assicurare la corretta disinfezione delle superfici e dei presidi utilizzati;
  • L’uso corretto di antibiotici e disinfettanti, grazie a una rigorosa e costante formazione degli operatori sui metodi idonei di applicazione, dosaggio e monitoraggio dei prodotti e degli strumenti;
  • La riduzione delle procedure diagnostiche e terapeutiche non necessarie, al fine di limitare il contatto dei pazienti con superfici, strumenti o ambienti potenzialmente contaminati;
  • La protezione dei pazienti con utilizzo appropriato della profilassi antibiotica e la somministrazione delle vaccinazioni raccomandate, nonché la corretta vaccinazione degli operatori sanitari stessi;
  • L’identificazione e il controllo tempestivo delle epidemie, con l’eventuale conseguente isolamento dei pazienti e l’implementazione di ulteriori misure per la prevenzione della trasmissione tra pazienti.

Al fine di assicurare un’operatività uniforme sull’intero territorio nazionale in materia di infezioni correlate all’assistenza ICA sono molti i documenti emanati dal Ministero della Salute che è possibile consultare per approfondire e conoscere ulteriori buone pratiche e metodi di prevenzione efficaci per garantire una maggiore sicurezza dei pazienti in ambito assistenziale.

L’importanza della formazione nella prevenzione del rischio infettivo

La formazione del personale all’interno delle strutture sanitarie gioca un ruolo chiave nella prevenzione delle infezioni legate all’assistenza (ICA). Indipendentemente dalla modalità con cui viene espletata, infatti, la sanificazione ambientale è un processo di tipo industriale che prevede rigorose fasi di controllo durante il suo svolgimento, al fine di verificarne la qualità e individuare eventuali non conformità.

Per questo motivo, tutti gli operatori coinvolti nelle operazioni delle RSA, a contatto diretto con i pazienti o non, devono essere adeguatamente informati e formati sulle migliori pratiche in materia di igiene e controllo delle infezioni.
La formazione è uno step iniziale fondamentale volto non solo a trasmettere le nozioni base sulle procedure ma, soprattutto, a responsabilizzare i singoli operatori nelle conduzione delle operazioni quotidiane, poiché è da essi che dipende gran parte dell’efficacia dell’intero processo. Per trasmettere una cultura dell’igiene incentrata sulla sicurezza e il benessere dei pazienti è necessario che la formazione sia programmata su più livelli, prevendendo sia corsi base che corsi specializzanti in base alle tipologie di locali in cui gli addetti operano.

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